Lonely soul

Quattordicesimo hen

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    18 Giugno 1983, ore 23:30


    ''Me ne vado.''

    *Shun si voltò di scatto, lanciando uno sguardo gelido a Yukihina. Aveva sentito male? Sicuramente. Sorrise, avvicinandosi al moro.*

    ''Bastardo, non scherzare. Non sono in vena di sentire stronzate.''

    *Yukihina rimase fermo, continuando a guardare l'altro, con la solita espressione distaccata. Afferrò nella tasca un oggetto che spinse con violenza contro il petto di Shun. Non lasciò la presa, finché non trovò negli occhi del biondo rabbia e stupore. Dopodiché riportò la mano in tasca, facendo cadere ai piedi del biondo il misterioso oggetto.*

    ''Addio.''

    *Si voltò, iniziando a camminare lentamente. Sentì l'altro gridare, insultarlo, sentì la furia invadere quel luogo tranquillo e pacifico, ma ormai tutto ciò non lo riguardava più.*

    ''CREDI DAVVERO DI POTERTENE ANDARE COSI'?!''

    *Uno, due, tre pugni colpirono la rugosa corteccia di un albero situato sfortunatamente nei pressi del fiume.*

    (Sono solo? Sono rimasto solo io? Chi diavolo mi proteggerà ora? Questo era il suo compito, era il suo dannatissimo compito. Cazzo!)

    *Improvvisamente si calmò, apparve una strana luce nei suoi occhi. Fissò il vuoto, mentre nella sua mente ritornavano i ricordi riguardanti la sua infanzia. Il dolore lo colse alla sprovvista, ma questa volta riusciva a sentire altro. I suoi anni passati all'orfanotrofio erano stati orribili, ricolmi di violenza, di frustrazione, di odio. Ma poi tutto era finito. Era scappato, ci era riuscito da solo, con le sue uniche forze. Questa volta poteva succedere lo stesso. Dopotutto non aveva bisogno degli altri, poteva benissimo fare tutto da solo. Poteva avere qualunque cosa se lo voleva.*

    (Non ho bisogno di te, no, non ho bisogno di nessuno.)

    *Una rumorosa risata disturbò la quiete del luogo, la pistola venne raccolta e nascosta nella tasca interna della giacca.*
     
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  2. Loeyein
     
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    *Quella sera non era riuscito a divertirsi.
    Di solito le feste come quella del Watanagashi riuscivano ad accrescere nel suo animo una sensazione di gioia e divertimento, dei sentimenti piacevoli che gli scaldavano il cuore e scacciavano via qualsiasi altro sentimento indesiderato, delle emozioni che in quelle particolari circostanze l'avrebbero aiutato parecchio.
    Non dormiva ormai da parecchie ore, forse un paio di giorni, ed oltre al mal umore che si faceva sentire sempre più opprimente al petto e alle occhiaie marcate che si accumulavano sotto i suoi occhi nocciola, si aggiungevano la paranoia e il terrore che le allucinazioni potessero riprendere da un momento all'altro.
    Nonostante ormai la sua mente fosse così confusa da non saper più distinguere la realtà dalla finzione, il mondo vero da quello illusorio e terribile delle allucinazioni.
    Fu proprio quando i piedi lo condussero automaticamente verso la riva del fiume che sentì delle grida, delle grida di una voce così stranamente familiare.
    All'inizio pensò si trattasse soltanto di un altro scherzo dettato dal suo stato, in fondo non era così strano che ultimamente sentisse delle grida agghiaccianti quando in realtà non esistevano affatto, ma quando il suo sguardo catturò l'immagine di Shun sembrò prendere in considerazione il fatto che tutto ciò fosse reale. Ed anche se non lo fosse stato, cos'altro avrebbe potuto fare se non assecondare quella visione? *

    "Sei stato lasciato da solo anche tu?"

    *Si avvicinò lentamente, le mani in tasca.
    Aveva visto la pistola che poco prima Yukihina gli aveva dato, ma non se ne preoccupava poi molto. In fondo morire non sarebbe stato poi così male visto le condizioni in cui era ridotto.
    Ormai si ritrovava a domandarsi sempre più spesso perché si sforzava ad andare avanti, perché continuava a voler respirare, ma nonostante le domande che rivolgeva a se stesso non riusciva mai a trovare una risposta.*

    "Sai, in due si lavora molto meglio, non credi?"

    *Non sapeva nemmeno lui dove stava cercando di arrivare, non sapeva dove voleva andare a parare, ma per una volta volle soltanto smettere di pensare e farsi condurre dove gli diceva l'istinto.*
     
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    *Subito dopo aver raccolto la pistola si sedette sulla riva del fiume, escogitando nuovi piani per la riuscita della missione. Quando sentì una voce alle sue spalle, si voltò di scatto, in allerta, ma riconoscendo il timbro di voce si tranquillizzò all'istante. Ora non poteva più contare sull'aiuto di nessun'altro, avrebbe dovuto fare tutto da solo e si era ripromesso che chiunque si fosse avvicinato troppo a lui, lo avrebbe mandato all'altro mondo con un colpo dritto in testa. Ma le cose cambiavano se la persona in questione era Yuu. Non lo riteneva un nemico. Non sapeva molto bene il perché di questa sua strana decisione, ma volle seguire il suo istinto. L'istinto che lo aveva sempre salvato durante le difficili prove della sua vita.*

    (Dev'essere successo qualcosa anche a lui, ma non riesco a guardarlo bene in faccia.)

    *Prima di rispondere al ragazzo, afferrò una piccola torcia nella tasca. Gliela puntò contro, forse accecandolo, e notò la sua brutta cera, che non faceva presagire nulla di buono. Si avvicinò lentamente, sfiorandogli con la mano una guancia. Cosa vedeva nei suoi occhi? Dolore? Stanchezza? Paura? Mentre continuava a fissarlo notò la propria immagine riflessa nelle iridi dell'altro. Stava seriamente pensando di voler fare qualcosa per quel ragazzo? Lui, che era un assassino, un mercenario, un uomo violento e senza scrupoli non poteva avere sentimenti come quelli. Eppure...*

    ''Yuu. Raccontami cosa ti è successo.''

    *Afferrò la mano del ragazzo, come successe nel loro primo incontro, e lo fece sedere al suo fianco. Qualunque cosa quel ragazzo volesse dirgli l'avrebbe ascoltato. E se avrebbe avuto bisogno del suo aiuto, lo avrebbe aiutato. Si chiese se non stesse perdendo davvero la testa in quel piccolo villaggio.*
     
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  4. Loeyein
     
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    *Chiuse per un attimo e gli occhi quando la luce della torcia gli venne puntata contro. Dopo pochi secondi li riaprì e nonostante non ci vedesse ancora chiaramente gli parve di vedere il ragazzo che gli si avvicinava. Avrebbe voluto gridargli di stargli lontano, di non avvicinarsi ad un essere instabile mentalmente come lui, ma a nessuna di quelle parole fu data voce purtroppo.
    Appena sentì la mano di Shun però, gli parve di riacquistare un minimo di lucidità, la sua mente parve schiarirsi per un attimo e contemporaneamente tutta la stanchezza gli crollò addosso. Se non ci fosse stato Shun probabilmente sarebbe caduto a terra, ma grazie al suo aiuto riuscì a mantenersi in equilibrio e a sedersi al suo fianco.*

    ( Cosa… Cosa dovrei mai dirgli? )

    "Non mi è successo nulla, è solo un po' che non dormo, tutto qui…"

    *Abbassò il capo, lasciando che la frangia gli ricoprisse il volto, mentre di riflesso stringeva con forza la sua mano.
    Ma chi voleva prendere in giro? Una brutta cera come la sua non poteva certo essere giustificata con una notte in bianco e sicuramente Shun se ne era già accorto. Gli veniva da piangere, era in una situazione talmente confusa, talmente stracolma di dolere che gli sembrava di affogare sempre di più ad ogni secondo che passava.
    E non riusciva nemmeno a reagire, poteva soltanto stare lì, a commiserarsi e a mentire a l'unica persona che sembrava essere rimasta al suo fianco.*

    "Sai, mio padre era affetto da schizofrenia, e credo proprio di star impazzendo come lui.
    Non dovresti starmi vicino, potrei farti del male senza nemmeno rendermene conto."

    ( Credo di star impazzendo? No, io sono già pazzo. )

    *Si lasciò sfuggire una risata amara, mentre con una mano strappava distrattamente dei ciuffi d'erba. Alla fine cosa serviva mentire? Era meglio dirglielo, dirglielo e lasciare che se ne andasse anche lui, perlomeno così non gli avrebbe fatto del male, quella almeno era una sorta di consolazione.*
     
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    (Solo un po' che non dormi? Non credo proprio.)

    *La torcia era stata appoggiata a terra, rifletteva la sua luce sulle limpide acque del ruscello che scorreva dinanzi ai due, creando un'atmosfera tranquilla e rilassante, anche se la situazione non lo era affatto. Da quando lo aveva guardato in volto, aveva subito capito che doveva essere successo qualcosa di grave. I suoi occhi gli trasmettevano delle sensazioni negative, sensazioni che in passato aveva provato anche lui.*

    (Dimmi la verità, dimmi cosa ti turba. Sono un demone, ma voglio aiutarti-)

    *Quando Yuu riuscì a rivelare la verità, Shun non si mostrò né spaventato né sorpreso. Dopotutto sapeva del suo passato. Dopotutto era ancora un bugiardo. Non lasciò la presa alla sua mano, continuò a guardare il fiume. Yuu gli aveva detto di allontanarsi, ma se avesse saputo del suo passato, quello ad andare via sarebbe stato lui. C'era differenza tra loro due. Yuu era un'anima pura, l'aveva capito fin dall'inizio. Forse stando vicino a lui l'avrebbe solo portato nel suo inferno.*

    ''Non mi farai del male. E se questo dovesse succedere è perché lo merito. Yuu, dovresti essere tu ad aver paura di me. Qui, l'unico demone sono io.''

    (In qualche modo dovrò pur pagare per quello che ho fatto.)
     
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  6. Loeyein
     
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    *Scosse la testa in risposta alle sue parole. Come poteva dire delle cose del genere?
    Nonostante non sapesse quasi nulla su Shun non poteva credere che lui meritasse di soffrire a causa sua, e non poteva nemmeno credere che si auto-definisse un demone.*

    "Anche se tu fossi un demone non mi importerebbe, sei l'unico che al momento mi è vicino."

    *Era diviso in due, una parte di lui, quella che ancora si poteva definire razionale, non voleva che l'altro gli rimanesse vicino, poteva avere una crisi da un momento all'altro e decidere di fargli del male senza riuscire minimamente a controllarsi, l'altra parte però, quella che gli impediva di lasciar andare la sua mano, era totalmente terrorizzata alla sola idea di essere lasciato da solo.
    Sapeva che se Shun se ne fosse andato i demoni sarebbero tornati.
    I demoni l'avrebbero rapito e probabilmente non avrebbe fatto una bella fine.*

    "Comunque non credo che tu sia il vero demone, Shun, altrimenti la mia mente ti mostrerebbe come esso non pensi?
    Sai, a volte mi capita di vederli..."

    *Un sorrisetto gli inarcò le labbra mentre spostò gli occhi nei suoi, uno strano bagliore in essi.*
     
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    ''Dovrebbe importarti invece. Non mi hanno affibbiato quel nomignolo solo a causa degli occhi.''

    *Sorrise, chiudendo gli occhi e godendosi il leggero venticello che gli scompigliava i capelli. Perché proprio ora gli venivano i sensi di colpa? Doveva essere a causa di quel ragazzo. Mai gli era capitato di sentirsi così colpevole. Sospirò, riaprendo gli occhi. Il passato era passato, inutile pensarci. Ora voleva aiutare Yuu e l'avrebbe fatto. La missione? Non gli importava più. Era stanco, stanco di tutto.*

    ''Cosa vogliono da te? Posso aiutarti in qualche modo? Siamo in due ora. Non sei più solo e neanche io lo sono.''

    *Si stese sull'erba, trascinando con sé anche il modello. Sopra le loro teste brillavano miriadi di stelle, uno spettacolo meraviglioso. Guardare il cielo lo tranquillizzava, fin da quando era bambino. In quel momento sentì che sarebbe andato tutto per il meglio. Dopo aver aiutato quel ragazzo se ne sarebbe tornato a Yokohama e forse lo avrebbe costretto ad andare con lui. Avrebbe risolto il problema che affliggeva Yuu ad ogni costo.*
     
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  8. Loeyein
     
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    "Allora hai intenzione di ammazzarmi visto che sei un demone? Anche se ci stiamo tenendo mano nella mano?"

    *Voltò il capo verso di lui, sorridendo. Il primo vero sorriso che si era concesso quella sera. Per la prima volta dopo giorni si sentì bene, senza né ansia né paura, i mostri non erano più una preoccupazione davanti al viso tranquillo e dolce di Shun.
    Ma purtroppo quello stato non durò molto, subito l'ansia tornò pressante, ma perlomeno aveva la consapevolezza di avere un alleato in quel mare di follia, e ciò lo faceva sentire un po' più al sicuro.*

    "Cosa vogliono da me?
    …Vogliono venirmi a prendere. Vogliono uccidermi."

    *Gli occhi tornarono ad oscurarsi, così come l'espressione. La lucidità l'aveva abbandonato, e probabilmente se fosse stato più in sé probabilmente si sarebbe reso conto che si sbagliava, che era tutto frutto della sua immaginazione.
    Ma le allucinazioni unite all'ansia, alla paranoia che ultimante stava sviluppando e alla mancanza di sonno non aveva di certo un effetto benefico sulla sua mente.*
     
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    ''Come se potessi...''

    (Non ora, non ora che ti conosco. Ti avrei ucciso se la missione l'avesse richiesto, sicuramente, dopotutto non sarebbe stata la prima volta che mi sporco le mani, ma ora no. C'è qualcosa di strano. Qualcosa che devo ancora comprendere.)

    *Poteva finalmente vedere Yuu più rilassato e il suo sorriso contagiò anche lui. Provava qualcosa di strano, lo sentiva, ma non avendo mai avuto a che fare con i propri sentimenti non riusciva a capire cosa fosse. Potevano considerarsi amici? Era molto tempo che non definiva una persona amica e forse con Yuu era scattato qualcosa. Quando si voltò nuovamente a guardare il modello, notò che la sua espressione si era incupita.*

    (Vede i demoni solo quando è solo? In questo momento non sembra che abbia allucinazioni...)

    ''Ci sono io. Non ti uccideranno finché sono qui.''

    (Dovrei cercare qualcosa che lo faccia calmare... Forse alla pensione potrei trovare qualche farmaco... Non so che fare. Merda.)

    *Con la mano libera, frugò nella giacca, provocando alcuni suoni metallici. Una volta trovato l'oggetto, alzò il busto, voltandosi completamente verso Yuu. Gli porse una chiave, con una piccola targhetta, in cui era scritto il numero di una stanza. Era di Yukihina, ma ormai a lui non sarebbe più servita.*

    ''Puoi venire da me, quando vuoi.''
     
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  10. Loeyein
     
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    "Ma prima o poi te ne andrai giusto? Te ne andrai e loro mi uccideranno.
    Mi porteranno via e… Non so cosa fare."

    *Si portò una mano al volto mentre le lacrime iniziavano a scorrere sulle sue guance, senza che potesse fare nulla per fermarle.
    Doveva e voleva sfogarsi, piangere era uno dei pochi modi che conosceva per farlo, anche se probabilmente non l'avrebbe aiutato granché.
    Si tirò su, insieme a Shun, e con gli occhi -ancora leggermente appannati- seguì i suoi movimenti.
    Con una leggera incertezza, infine, afferrò la chiave che gli stava porgendo ed accennò un sorriso verso di lui. Gli era grato, stava cercando di dargli sicurezza, di non farlo precipitare in quel burrone oscuro che ormai era diventato la sua mente, ormai gli era rimasto veramente solo lui.*

    "Grazie Shun… Te ne sono molto grato.
    Verrò sicuramente."

    *Spostò lo sguardo verso l'alto, il viso bagnato, nemmeno il cielo luminoso riusciva a consolarlo, a portare una luce dentro di sé.*

    "Forse la risposta giusta è ucciderli tutti, non pensi?
    Mi daresti una mano?"
     
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    ''Io sarò sempre qui, cercami quando ne avrai bisogno. Anche nel bel mezzo della notte, basta che dopo chiudi la porta.''

    *Non riuscì proprio a digerire l'immagine di Yuu che piangeva. Il suo sorriso era mille volte più bello. Gli poggiò una mano sulla testa, che scese piano verso la guancia, asciugandogli le lacrime. Più lo guardava, più nella sua testa comparivano i suoi ricordi. Un bambino, piangeva e si disperava in una stanza completamente buia. Quei singhiozzi rimbombavano nelle sue orecchie e il viso di Yuu sembrava d'un tratto il viso di quel bambino. Rimase perplesso, con ancora la mano sulla sua guancia.*

    (Anche io... Sto diventando pazzo?)

    *Allontanò subito la mano dall'altro e cercò di ragionare su ciò che aveva detto Yuu. Come poteva uccidere qualcosa che in realtà non esisteva? Forse le sue non erano solo allucinazioni?*

    ''Siamo una squadra, no? Farò di tutto per aiutarti Yuu.''
     
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